Il caffè, come ben sappiamo ha al suo interno caffeina. Questa sostanza è un alcaloide di origine naturale presente anche in altre sostanze come cacao, tè, guaranà e mate. È la sostanza psicoattiva più diffusa e utilizzata.
Alcuni esempi alimenti/quantità di caffeina
1 tazzina di caffè espresso ha 80mg circa
1 bottiglia di energy drink ha la stessa quantità di un espresso
1 tazza di té ne ha 60mg
1 tazza di caffè solubile contiene 57mg
Proprio per la sua quantità di stimolare sia il sistema cardiocircolatorio che quello nervoso, la caffeina assunta principalemte attraverso il caffè, può aiutare a dimagrire, aumentare la capacità di concentrazione, combatte la cellulite, rende più intelligenti e sopratutto migliorare la prestazione fisica durante l’allenamento ad alta intensità.
Molti sono gli studi che hanno voluto provare scientificamente gli effetti della caffeina sull’attività sportiva. Ad alcuni atleti è stata somministrata la sostanza a dosi elevate (circa 10mg/kg di peso). Lo studio ha evidenziato prestazioni migliori di circa il 19% in più, rispetto agli atleti che avevano assunto un placebo.
È stato inoltre verificato che gli effetti massimi sull’apparato muscolare si hanno per esercizi di media intensità. Viceversa non lo è stato sugli effetti positivi che si potevano ottenere sulla potenza e sulla forza massimale.
Le proprietà benefiche che si possono avere dall’assunzione di caffè nella prima fase dell’allenamento sono molte:
È quindi consigliabili assumere caffeina dai 3 ai 6mg per kg di peso corporeo, nei 180/75 minuti precedenti la competizione per ottenere dei risultati visibili.
Tuttavia, proprio per questi motivi sopraelencati la caffeina e quindi anche il caffè che la contiene non possono essere assunti liberamente dagli atleti. Oltre la soglia dei limiti fissati dall’autorità antidoping, lo sportivo rischia la squalifica.
I classici sintomi da eccessiva assunzione di caffeina sono: emicrania, eccitazione, insonnia, tremori, irritabilità. Bisogna inoltre ricordarsi di idratarsi costantemente, circa il doppio, poiché l’elevato uso di caffè porta ad una forte disidratazione.
L’analisi sensoriale del caffè è l’analisi del percepito che abbiamo da una tazzina di caffè espresso. Ma cosa significa “analisi del percepito”? Vuol dire che occorre valutare quello che arriva a livello di cognizione e di emozione alle persone che bevono, in questo caso, la nera bevanda. Con l’analisi sensoriale valutiamo ciò che percepiamo e per farlo abbiamo bisogno dei nostri cinque sensi, immancabile, tra questi, l’olfatto. Ma cos’è nel dettaglio l’analisi olfattiva? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Specialty coffee è un termine che indica la qualità di caffè più alta disponibile, tipicamente relativa all'intera filiera, utilizzando caffè monorigine. Il termine fu usato per la prima volta nel 1974 da Erna Knutsen in un numero del Tea & Coffee Trade Journal. Knutsen ha utilizzato il caffè speciale per descrivere i chicchi dal sapore migliore prodotti in microclimi speciali.