L’ideale per mantenere in buona salute la propria macchina del caffè sarebbe di pulirla ad ogni fine servizio con prodotti specifici, mentre per il macinadosatore è sufficiente ogni 2 – 3 giorni.
Ma come può incidere, una pulizia errata, sulla riuscita di un espresso?
“La macchina per espresso è in grado di estrarre dal caffè molte sostanze in esso contenute — Gianfranco Carubelli”
Tra le sostanze che vi sono nel caffè sicuramente degni di nota sono i lipidi (grassi e oli), principali componenti della crema e che aiutano a legare tra loro i componenti aromatici. Questi sono essenziali anche perché ci permettono di fissare i composti aromatici del caffè nella bocca al fine di rilasciarli gradualmente. I lipidi però sono anche la causa della produzione di
difetti in tazza come l’irrancidimento. Come? Questi a contatto con l’ossigeno presente nell’aria, innescano una serie di reazioni come il distacco di un atomo di idrogeno dalla catena di un
acido grasso con la conseguente formazione di un radicale libero; da qui si producono quindi dei prodotti secondari che sono responsabili dell’odore di rancido, percepito principalmente
nell’olfatto, fino a pervadere tutto il retrogusto.
Perché è importante sapere queste nozioni per ottenere un buon espresso? Perché i grassi hanno la proprietà di depositarsi sui materiali con cui vengono a contatto, che se non lavati,ristagnano e irrancidiscono. È buona norma effettuare la pulizia della macchina per espresso ogni 500 estrazioni con prodotti specifici adatti alla pulizia e all’igiene.
Pulire un macinacaffè è essenziale quanto pulire la macchina stessa. Questi sono gli strumenti che più stanno maggiormente a contatto con i chicchi di caffè. Essendo questa apparecchiatura tuttavia, considerata una macchina “fredda” perché il prodotto al suo interno è a temperatura ambiente, è consigliata la pulizia solamente ogni 2-3 giorni (il calore favorisce l’irrancidimento,
essendo qui nullo, non influisce).
Altro elemento importante da pulire per la riuscita questa volta di un perfetto cappuccino è la lancia vapore. Questa è l’attrezzo del barman atto al montaggio a crema del latte. Anche qui le
proteine, i grassi e il calcio si depositano sia all’interno che all’esterno della lancia andando a influire sulla futura fuoriuscita del vapore. Almeno una volta al giorno è consigliato effettuare la pulizia con pulitori certificati che vada a decomporre le proteine e che intacchi il film di oli e grassi, arrivando a permettere quindi la completa pulizia con l’acqua.
L’analisi sensoriale del caffè è l’analisi del percepito che abbiamo da una tazzina di caffè espresso. Ma cosa significa “analisi del percepito”? Vuol dire che occorre valutare quello che arriva a livello di cognizione e di emozione alle persone che bevono, in questo caso, la nera bevanda. Con l’analisi sensoriale valutiamo ciò che percepiamo e per farlo abbiamo bisogno dei nostri cinque sensi, immancabile, tra questi, l’olfatto. Ma cos’è nel dettaglio l’analisi olfattiva? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Specialty coffee è un termine che indica la qualità di caffè più alta disponibile, tipicamente relativa all'intera filiera, utilizzando caffè monorigine. Il termine fu usato per la prima volta nel 1974 da Erna Knutsen in un numero del Tea & Coffee Trade Journal. Knutsen ha utilizzato il caffè speciale per descrivere i chicchi dal sapore migliore prodotti in microclimi speciali.