Molti, purtroppo, sono i difetti che possono rovinare la degustazione di un caffè che sulla carta poteva risultare “ottimo”. Tra i più comuni possiamo trovare gli aromi di legno, di foglia, di terra, di muschio, di muffa, di marcio e di gomma bruciata. Tuttavia vi sono alcuni che sono molto difficili da riconoscere. Tra questi senza dubbio vi è il rancido, che si ottiene con la reazione all’aria, quindi all’ossidazione, dei grassi presenti nel caffè, anzi andando più nello specifico, a contatto con l’ossigeno.
È ben noto che all’interno del caffè verde e anche in quello tostato vi è una buona presenza di oli e grassi naturali, che permangono sui chicchi e che sono ben visibili in caso di tostature particolarmente scure ( si può notare un effetto lucido sui chicchi). È propria questa sostanza, ricca d’odori e aromi, che a contatto con l’aria e quindi con l’ossigeno e la luce (soprattutto se diretta) a produrre composti chimici volatili rancidi.
In diversi modi:
C’è chi il cappuccino lo vuole chiarissimo, chi lo pretende bollente, chi lo desidera decaffeinato all’arancia, chi lo apprezza solo se scuro con poca schiuma... Insomma, sono tantissimi i modi per preparare un buon cappuccino. Scopriamoli insieme.
Il mondo del caffè è formato da innumerevoli colori, che comprendono ogni angolo dello spettro cromatico.