Dalla tipica forma a clessidra, questo strumento d’estrazione del caffè è tra i più affascinanti e misteriosi strumenti per l’estrazione del caffè. I materiali principali che la compongono sono: vetro che non permette l’assorbimento degli odori e il legno unito al cuoio che non lascia passare il calore della bevanda, favorendo una impugnatura perfetta per il servizio.
Inventata da un chimico tedesco, Peter J. Schlumbohm, negli Stati Uniti d’America, aveva come principale utilizzo quello medico. Solamente in seguito, la Chemex, venne utilizzata per l’estrazione, mediante filtro in carta, del caffè.
Le miscele più idonee per questa tipologia di bevanda sono quelle con minore acidità, come può essere un’arabica 100%. La particolare forma della Chemex permette una massima ossigenazione della bevanda, così che gli aromi possano svilupparsi al meglio. Tra i nostri prodotti è senza dubbio consigliato l’utilizzo di PIACEREPURO, un 100% arabica dai tipici sentori di cacao e uva sultanina.
Per due tazze:
• 30gr di caffè macinato, grosso
• 1/2 litro di acqua calda (dovrò avere una temperatura che varia dai 93° ai 96°)
Procedura
• Lavare (inumidire) un filtro in carta o in bambù e posizionarlo all’interno dell’apertura della caraffa;
• Aggiungere all’interno del filtro il caffè macinato;
• Bagnarlo a poco a poco co l’acqua calda;
• Attendere la “percolazione” del caffè;
• Servire caldo
L’analisi sensoriale del caffè è l’analisi del percepito che abbiamo da una tazzina di caffè espresso. Ma cosa significa “analisi del percepito”? Vuol dire che occorre valutare quello che arriva a livello di cognizione e di emozione alle persone che bevono, in questo caso, la nera bevanda. Con l’analisi sensoriale valutiamo ciò che percepiamo e per farlo abbiamo bisogno dei nostri cinque sensi, immancabile, tra questi, l’olfatto. Ma cos’è nel dettaglio l’analisi olfattiva? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Specialty coffee è un termine che indica la qualità di caffè più alta disponibile, tipicamente relativa all'intera filiera, utilizzando caffè monorigine. Il termine fu usato per la prima volta nel 1974 da Erna Knutsen in un numero del Tea & Coffee Trade Journal. Knutsen ha utilizzato il caffè speciale per descrivere i chicchi dal sapore migliore prodotti in microclimi speciali.