I sentori e i profumi così anche gli aromi di questa origine di Arabica sono unici della zona ed è per questo che è tra i caffè più ricercati dagli esperti del settore.
Il caffè keniota viene prodotto a circa 2000 metri d’altezza sopra il livello del mare. Dopo la raccolta i chicchi subiscono una lavorazione, generalmente ad umidi, quindi prenderanno la dicitura di “lavato”. Una piccola parte inoltre è destinata alla produzione di caffè naturale. Questo viene chiamato “m’buni” ed è derivato dalla lavorazione di rami spezzati, chicchi caduti al suolo, etc… È considerato tuttavia un caffè molto scadente.
In Kenia vengono prodotti circa 70000 sacchi di caffè verde all’anno, raccolto principalmente nel periodo che va da ottobre a dicembre. Le lettere nella dicitura del nome stanno ad indicare il crivello che viene utilizzato per la classificazione. Il migliore e il più conosciuto è sicuramente il Kenia AA, in cui le doppie lettere (AA – Flat Bean) identificano i chicchi passanti dal crivello 21 e trattenuto dal 18. Per tale motivo, i caffè provenienti da questo paese sono molto selezionati e pregiati, tanto che i più fini sono praticamente inesistenti.
Il nostro Kenia AA è coltivato a pieno sole negli altopiani africani. Il frutto che cresce dall’aspra e asciutta terra irradia le papille gustative ed in tazza rilascia particolari sentori di frutta.
Ti consigliamo di provare questo fantastico caffè nella versione da 250gr macinato per Filtro!
Secondo Treccani, la definizione di sviluppo sostenibile è: “espressione che indica, secondo la definizione internazionalmente condivisa del rapporto Our common future (Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, Commissione Bruntland, 1987), uno sviluppo in grado di assicurare «il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri»” Per questo motivo quando si parla anche di caffè entra in campo tutto ciò che riguarda il mondo delle piantagioni di caffè che devono sempre di più essere pensate all’ombra e non a pieno sole come sono attualmente.
Nace nel Bar Carpano di Alessandria, proprio di fronte alla storica bottega dell’azienda di cappelli Borsalino. È grazie a questa “vicinanza” che nasce la preparazione. Infatti il nome deriva dalla striscia di cuoio pregiato, che si ottiene conciando la pelle di capra o di montone.