Caffè lavato, caffè naturale, questi sono solamente alcuni dei metodi che si possono utilizzare per separare i chicchi dalla drupe; tuttavia non sono gli unici poiché esistono anche altri differenti tipologie di lavorazione come quello analizzato qui sotto: il metodo honey.
Il nome honey deriva dalla colorazione ambrata dei chicchi al sole; il metodo ha origine in Costa Rica, dove è stato pensato al fine di migliorare la qualità dei caffè prodotti.
Il metodo honey nasce nei primi anni del 2000, come già detto sopra, in Costa Rica, dove la tradizione del caffè era quello di creare dei profili aromatici di grande acidità.
Dopo il processo di asciugatura, invece questa lavorazione, rilascia nel caffè un grado di complessità, ricchezza di corpo, dolcezza ed intensità unica.
Le cinque fasi differenti di asciugatura dell’HONEY sono:
• white honey: 10% di umidità
• golden honey: 25% di umidità
• yellow honey: 50% di umidità
• red honey: 75% di umidità
• black honey: 100% di umidità
Secondo Treccani, la definizione di sviluppo sostenibile è: “espressione che indica, secondo la definizione internazionalmente condivisa del rapporto Our common future (Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, Commissione Bruntland, 1987), uno sviluppo in grado di assicurare «il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri»” Per questo motivo quando si parla anche di caffè entra in campo tutto ciò che riguarda il mondo delle piantagioni di caffè che devono sempre di più essere pensate all’ombra e non a pieno sole come sono attualmente.
Nace nel Bar Carpano di Alessandria, proprio di fronte alla storica bottega dell’azienda di cappelli Borsalino. È grazie a questa “vicinanza” che nasce la preparazione. Infatti il nome deriva dalla striscia di cuoio pregiato, che si ottiene conciando la pelle di capra o di montone.