Caffè lavato, caffè naturale, questi sono solamente alcuni dei metodi che si possono utilizzare per separare i chicchi dalla drupe; tuttavia non sono gli unici poiché esistono anche altri differenti tipologie di lavorazione come quello analizzato qui sotto: il metodo honey.
Il nome honey deriva dalla colorazione ambrata dei chicchi al sole; il metodo ha origine in Costa Rica, dove è stato pensato al fine di migliorare la qualità dei caffè prodotti.
Il metodo honey nasce nei primi anni del 2000, come già detto sopra, in Costa Rica, dove la tradizione del caffè era quello di creare dei profili aromatici di grande acidità.
Dopo il processo di asciugatura, invece questa lavorazione, rilascia nel caffè un grado di complessità, ricchezza di corpo, dolcezza ed intensità unica.
Le cinque fasi differenti di asciugatura dell’HONEY sono:
• white honey: 10% di umidità
• golden honey: 25% di umidità
• yellow honey: 50% di umidità
• red honey: 75% di umidità
• black honey: 100% di umidità
L’analisi sensoriale del caffè è l’analisi del percepito che abbiamo da una tazzina di caffè espresso. Ma cosa significa “analisi del percepito”? Vuol dire che occorre valutare quello che arriva a livello di cognizione e di emozione alle persone che bevono, in questo caso, la nera bevanda. Con l’analisi sensoriale valutiamo ciò che percepiamo e per farlo abbiamo bisogno dei nostri cinque sensi, immancabile, tra questi, l’olfatto. Ma cos’è nel dettaglio l’analisi olfattiva? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Specialty coffee è un termine che indica la qualità di caffè più alta disponibile, tipicamente relativa all'intera filiera, utilizzando caffè monorigine. Il termine fu usato per la prima volta nel 1974 da Erna Knutsen in un numero del Tea & Coffee Trade Journal. Knutsen ha utilizzato il caffè speciale per descrivere i chicchi dal sapore migliore prodotti in microclimi speciali.