Fu un polacco di nome Kolschitzky a trovare i sacchi di caffè lasciati dopo la ritirata dai turchi e ad aprire una bottega di caffè. Inizialmente la bevanda non venne apprezzata ma bastò un po’ di miele e zucchero per farla amare dal popolo.
Fu nel 1644 che il caffè venne commercializzato nella Francia dal Re Sole, arrivando sulle coste marsigliesi dove nel 1671 fu aperta la prima bottega del caffè. Successivamente vennero aperte botteghe anche a Lione, Tolosa, Bordeaux e Parigi per poi arrivare solo in seguito alla corte di Luigi XIV. Il Re Sole s’innamorò così tanto della bevanda tanto da diventarne un esperto preparatore.
La Francia rimase per molti anni appassionata di caffè tanto che anche Napoleone ne fu un vero amatore.
La Svezia conobbe la diffusione del caffè sempre nel ‘700. Curiosa e affascinante è la diatriba che scaturì tra due gruppi di pensiero. Chi credeva alla superiorità del tè e chi il contrario. Tra questi vi era anche il sovrano Gustavo III di Svezia, fermamente convinto che la bevanda fosse una minaccia per la salute pubblica. Per dimostrare la sua posizione ordinò l’esecuzione di un esperimento medico. Questo fu effettuato su due gemelli identici che si trovavano in prigione in attesa della pena di morte. Entrambi, avrebbero salva la vita con la commutazione della pena in imprigionamento a vita se avessero accettato di bere ogni giorni, uno tre tazze di caffè, mentre l’altro tre tazze di tè. A monitorare i risultati dell’esperimento furono nominati due medici reali. L’esperimento non ebbe nessun esito poiché i due dottori designati morirono prima dei due prigionieri per cause naturali. I due gemelli vissero uno fino all’età di 83 anni e l’altro superò i 90 anni, tuttavia non si ha la data di morte certa. Da notare che il meno longevo era colui che beveva 3 tazze di tè al giorno. In Svezia, successivamente all’esperimento tuttavia furono attuati alcuni divieti nell’utilizzo della bevanda. Fu solo dopo l’abolizione dell’ultimo, avvenuto nel 1820, diviene molto popolare in tutto il paese, tanto da essere oggi, la nazione con il più alto tasso di consumo
di caffè pro-capite al mondo.
Il caffè espresso nasce nella prima metà del ‘900 in Italia, con più precisazione a Milano. La macchina per espresso fu inventata dal milanese Luigi Bezzera nel 1902. Il brevetto venne poi acquistato da Desiderio Pavoni nel 1902, fondando poi LA PAVONI. Il progetto della macchina per espresso prendeva il nome di “ideale” e consisteva in una macchina a sviluppo verticale. Il corpo centrale era una macchina a vapore con caldaia in ottone riscaldata e mantenuta in costante pressione da un fornello.
Il caffè prodotto da queste macchine era ben diverso da quello che conosciamo oggi come espresso, poiché fu solo grazie all’invenzione di Achille Gaggia del 1938 che usava al posto del vapore i pistoni. Quella di Gaggia fu la prima macchina per espresso a pressione. In Italia il caffè espresso è uno dei simboli del “made in italy”. È per questo che da oltre 60 anni la famiglia Bazzara s’impegna nella diffusione e conoscenza di questa bevanda, attraverso la pubblicazione di libri, come possono essere La filiera del Caffè e La Degustazione del Caffè oltre che la produzione di miscele, sia Arabica che Robusta, al fine di ideare la perfetta miscela che unisca gusto e cremosità così da ottenere un espresso senza eguali.
L’analisi sensoriale del caffè è l’analisi del percepito che abbiamo da una tazzina di caffè espresso. Ma cosa significa “analisi del percepito”? Vuol dire che occorre valutare quello che arriva a livello di cognizione e di emozione alle persone che bevono, in questo caso, la nera bevanda. Con l’analisi sensoriale valutiamo ciò che percepiamo e per farlo abbiamo bisogno dei nostri cinque sensi, immancabile, tra questi, l’olfatto. Ma cos’è nel dettaglio l’analisi olfattiva? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Specialty coffee è un termine che indica la qualità di caffè più alta disponibile, tipicamente relativa all'intera filiera, utilizzando caffè monorigine. Il termine fu usato per la prima volta nel 1974 da Erna Knutsen in un numero del Tea & Coffee Trade Journal. Knutsen ha utilizzato il caffè speciale per descrivere i chicchi dal sapore migliore prodotti in microclimi speciali.