Tra le notizie “calde” in vista della manifestazione organizzata dai fratelli Bazzara, la presenza e l’intervento dell’illustrissimo Ambasciatore della Colombia in Italia, la dott.ssa Gloria Isabel Ramirez: “Colombia, sviluppo tra produttività sostenibile e qualità del caffe”, durante il quale verrà illustrato un quadro storico attuale della Colombia caffeicola, sotto il profilo dell’innalzamento della qualità del caffè negli ultimi anni.
Di seguito alcune anticipazioni sugli interventi dei rappresentanti di Centro Studi Assaggiatori, Demus e Ima Petroncini a Trieste Coffee Experts :
Sostanzialmente la sostenibilità sensoriale è direttamente correlata con il piacere e inversamente correlata con i limiti nella quantità di bevanda che possiamo assumere. In parole povere se un caffè è buono vorremmo berne quantità elevate. I cui limiti sono determinati dalla presenza di composti che oltre un certo quantitativo diventano nocivi. In poche bevande come il caffè si riscontra una così alta frequenza di casi in cui la qualità sensoriale è accompagnata da basse quantità di elementi fisiologicamente negativi, come la caffeina e gli acidi fenolici.
Ne abbiamo avuto conferma inserendo in un database quasi 600 campioni di caffè di 20 paesi del mondo profilati con membri dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè provenienti da 12 nazioni e valutati con il metodo Trialtest plus del Centro Studi Assaggiatori.
Dalle elaborazioni eseguite si evince che il piacere è innanzitutto correlato all’equilibrio gustativo e tattile e all’ampiezza del bouquet.
Sulla base di questa analisi, volgendo lo sguardo all’ampia offerta presente sul mercato, si può anche giungere all’individuazione di quanti, sabotando il piacere, riducono di fatto la sostenibilità sensoriale. Emergono sostanzialmente tre categorie: gli stupidi, i malfattori e i modaioli (più o meno arroganti).
La caffeina se assunta in dosi eccessive può portare a effetti collaterali non piacevoli. Ed è quindi necessario diffondere le informazioni sulle dosi di assunzione giornaliere consigliate, tenendo conto che la caffeina è presente anche in altre bevande e alimenti. Ciò renderà il consumatore consapevole su quante tazze possa bere durante la giornata, magari alternandole col decaffeinato.
Il decaffeinato, oramai libero dai luoghi comuni che in passato rendevano il consumatore diffidente sulla qualità della bevanda, oltre a ridurre la dose giornaliera di caffeina, è una bevanda a ridotto contenuto di cere (se processato con determinati metodi) che rendono la bevanda meno irritante per lo stomaco e quindi più “digeribile”.
Svariati studi hanno dimostrato gli effetti benefici del caffè, non necessariamente correlati alla presenza di caffeina, a conferma che il consumo abituale di caffè è una sana abitudine da mantenere in assoluta sicurezza, grazie ai numerosi controlli analitici cui è sottoposto lungo tutta la filiera produttiva.
Macchine e servizi intelligenti studiati per analizzare i risultati, al fine di ottimizzare e standardizzare i processi produttivi. Sistemi interconnessi in grado di offrire all’utente un’esperienza personalizzata di creazione di valore lungo l’intera coffee chain.
Il caffè è conosciuto da tutti come bevanda da consumare abitualmente. Un rito quotidiano che si compie quasi in automatico per avere la carica necessaria derivante dalla caffeina e per godersi il caratteristico aroma
L’analisi sensoriale del caffè è l’analisi del percepito che abbiamo da una tazzina di caffè espresso. Ma cosa significa “analisi del percepito”? Vuol dire che occorre valutare quello che arriva a livello di cognizione e di emozione alle persone che bevono, in questo caso, la nera bevanda. Con l’analisi sensoriale valutiamo ciò che percepiamo e per farlo abbiamo bisogno dei nostri cinque sensi, immancabile, tra questi, l’olfatto. Ma cos’è nel dettaglio l’analisi olfattiva? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Specialty coffee è un termine che indica la qualità di caffè più alta disponibile, tipicamente relativa all'intera filiera, utilizzando caffè monorigine. Il termine fu usato per la prima volta nel 1974 da Erna Knutsen in un numero del Tea & Coffee Trade Journal. Knutsen ha utilizzato il caffè speciale per descrivere i chicchi dal sapore migliore prodotti in microclimi speciali.