Gli ospiti, in rappresentanza di rinomate realtà come Abira Café, Acaima Café e Inversiones Bassa – aziende che si occupano sia di esportare il caffè crudo che di processarlo – sono stati accolti da Marco Bazzara, responsabile dell’Academy Bazzara, quality Manager e trainer AST SCA, che in tarda mattinata ha offerto loro un’introduzione alla degustazione dell’espresso. La delegazione colombiana ha, difatti, partecipato ad un percorso formativo calibrato ad hoc che ha permesso di apprendere come effettuare correttamente un esame visivo, olfattivo e gustativo-tattile dell’espresso italiano, per scoprirne il valore evocativo e sensoriale da un punto di vista oggettivo e soggettivo.
La giornata era invece cominciata con il benvenuto ai propri connazionali da parte dell’ingegner Yaneth Maritza Alvarez Serrano della ABC Net di Roma (azienda che favorisce l’incontro commerciale e culturale tra i Paesi del Centro-Sud America e diversi Paesi europei) e di Franco Bazzara, titolare con il fratello Mauro dell’azienda triestina. L’imprenditore ha illustrato con entusiasmo l’importanza del pianeta espresso per i coltivatori di caffè; le dinamiche di abbandono da parte dei giovani nelle piantagioni; come promuovere la “nuova Colombia” nel mercato italiano del caffè e altro ancora.
Secondo Treccani, la definizione di sviluppo sostenibile è: “espressione che indica, secondo la definizione internazionalmente condivisa del rapporto Our common future (Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, Commissione Bruntland, 1987), uno sviluppo in grado di assicurare «il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri»” Per questo motivo quando si parla anche di caffè entra in campo tutto ciò che riguarda il mondo delle piantagioni di caffè che devono sempre di più essere pensate all’ombra e non a pieno sole come sono attualmente.
Nace nel Bar Carpano di Alessandria, proprio di fronte alla storica bottega dell’azienda di cappelli Borsalino. È grazie a questa “vicinanza” che nasce la preparazione. Infatti il nome deriva dalla striscia di cuoio pregiato, che si ottiene conciando la pelle di capra o di montone.