Proprio per questo motivo, l’azienda triestina che produce e commercializza caffè dal 1966, dona parte della sua produzione caffeicola alla Comunità di San Martino al Campo di Trieste.
Questa è tra le maggiori realtà solidali del capoluogo giuliano. La loro mission è quella di “essere rifugio per chi, dentro la società, fa fatica a stare al passo veloce del nostro tempo.”
La Comunità di San Martino al Campo nasce negli anni ’70 grazie alla volontà di Don Mario Vatta. Inizialmente si avvicina ai giovani tossicodipendenti, e solo in seguito, anche grazie all’influsso positivo della chiesta londinese di San Martino al Campo (da cui si ispira il nome della comunità) inizia ad aiutare ed dare ricovero notturno alle persone senza tetto.
“Sosteniamo da anni ormai altre associazioni del territorio triestino con donazioni di caffè alle persone bisognose”, spiegano i titolari Franco e Mauro Bazzara, “abbiamo fatto questa scelta anni fa, quando ci siamo resi conto che il piacere di un caffè caldo non poteva non essere condiviso e reso possibile anche alle persone in difficoltà”. È così che da anni l’azienda ha scelto di impegnarsi nella distribuzione sul territorio, a diverse associazioni, di chili di caffè espresso.
“Trieste ci ha dato tanto e ha dato tanto a nostro padre nel corso degli anni” racconta Franco Bazzara, “e noi non potevamo non essere riconoscenti alla città, cercando di restituire nel nostro piccolo parte di quello che la città ci ha donato”.
L’analisi sensoriale del caffè è l’analisi del percepito che abbiamo da una tazzina di caffè espresso. Ma cosa significa “analisi del percepito”? Vuol dire che occorre valutare quello che arriva a livello di cognizione e di emozione alle persone che bevono, in questo caso, la nera bevanda. Con l’analisi sensoriale valutiamo ciò che percepiamo e per farlo abbiamo bisogno dei nostri cinque sensi, immancabile, tra questi, l’olfatto. Ma cos’è nel dettaglio l’analisi olfattiva? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Specialty coffee è un termine che indica la qualità di caffè più alta disponibile, tipicamente relativa all'intera filiera, utilizzando caffè monorigine. Il termine fu usato per la prima volta nel 1974 da Erna Knutsen in un numero del Tea & Coffee Trade Journal. Knutsen ha utilizzato il caffè speciale per descrivere i chicchi dal sapore migliore prodotti in microclimi speciali.