Il rito del caffè espresso si può ripetere in diversi momenti della giornata, ed in ognuno è possibile vivere un’esperienza di degustazione diversa.
Le prime ore della giornata è il momento della giornata in cui desideriamo bere un buon caffè, per il gusto che per l’effetto stimolante che apporta la caffeina, contenuta all’interno della bevanda. Al risveglio, il caffè, il rito del caffè, richiama nella mente piacevoli ricordi caratteristici di un ambiente che “urla famiglia”.
La giusta carica dopo il pasto, cosa c’è di meglio? È il momento che prolunga la pausa, è il momento di massimo relax, prima di ricominciare a lavorare o a svolgere le normali attività quotidiane.
Il rito del caffè per eccellenza. È il momento di massima convivialità. Davanti al caffè è possibile vivere gioie, tristezze, nuovi amori e speranze.
Il caffè soprattutto l’Espresso Italiano racchiude al suo interno un mondo fatto di persone ma soprattutto di sentimenti che compongono la filiera del caffè. È per questo motivo che la comunità rito del caffè espresso italiano ha lanciato una raccolta firme a sostegno della candidatura dell’espresso italiano come patrimonio immateriale dell’umanità presso l’UNESCO.
A sostegno di questa iniziativa, del rito del caffè espresso, sono scesi in campo anche i fratelli Bazzara con un breve video in cui raccontavano secondo loro perché è importante dare un contributo!
L’invito di Franco e Mauro Bazzara è chiaro: uniti oggi più che mai possiamo davvero fare la differenza.
L’analisi sensoriale del caffè è l’analisi del percepito che abbiamo da una tazzina di caffè espresso. Ma cosa significa “analisi del percepito”? Vuol dire che occorre valutare quello che arriva a livello di cognizione e di emozione alle persone che bevono, in questo caso, la nera bevanda. Con l’analisi sensoriale valutiamo ciò che percepiamo e per farlo abbiamo bisogno dei nostri cinque sensi, immancabile, tra questi, l’olfatto. Ma cos’è nel dettaglio l’analisi olfattiva? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Specialty coffee è un termine che indica la qualità di caffè più alta disponibile, tipicamente relativa all'intera filiera, utilizzando caffè monorigine. Il termine fu usato per la prima volta nel 1974 da Erna Knutsen in un numero del Tea & Coffee Trade Journal. Knutsen ha utilizzato il caffè speciale per descrivere i chicchi dal sapore migliore prodotti in microclimi speciali.