La ricerca della Harvard University risale al 2013 e ha dimostrato che il caffè può influenzare in modo positivo alcuni processi chimici del cervello. Questo perché stimola il sistema nervoso centrale e agisce come antidepressivo, grazie anche alla produzione di dopamina, serotonina e noradrenalina.
Questa volta a svolgere la ricerca è l’Università di Seul che ha studiato gli effetti dell’odore della bevanda nervina sul cervello. Quante volte solo l’odore del caffè appena estratto dalla moka può risollevare una giornata negativa? Bene, questi scienziati hanno spiegato la motivazione. L’aroma, durante gli studi, aveva aiutato la produzione di alcune proteine, molte antiossidanti, nei soggetti in esame.
Abbiamo appena letto come, sia l’odore che lo stesso caffè possono portare numerosi benefici al corpo umano. Tuttavia, Gustavo III di Svezia, nel XVIII secolo non ne era poi così sicuro, tanto da ordinare un esperimento oltre che emanare pesanti tasse sul consumo. L’esperimento consisteva nel dimostrare gli effetti dell’abuso di caffè e di tè. Vennero selezionati due gemelli, entrambi condannati a morte. La loro pena venne commutata nella prigione a vita, a condizione che i due uomini accettassero di bere tre tazze al giorno. Uno dei due doveva bere caffè, l’altro il tè. Vennero inoltre messi a supervisionare l’esperimento due medici. Il caso volle che però questi morirono prima dei due condannati a morte. Stessa sorte accadde al Re, che fu assassinato nel 1792. Entrambi i condannati ebbero una longeva vita.
Se nei punti 1,2 e in parte anche 3, si è potuto constatare che il caffè può portare solo effetti benefici, ciò non è completamente vero. È confermato da numerosi studi che dosi eccessive di caffeina possono portare a sintomi psicotici che potrebbero far allontanare la mente dalla realtà e arrivare a disturbi schizofrenici. Ad analizzarlo è stata l’Università La Trobe di Melbourne nel 2011 che durante lo studio delle situazione stressanti della vita ha rilevato come la caffeina associata allo stress, aumenti la responsività del sistema nervoso.
L’analisi sensoriale del caffè è l’analisi del percepito che abbiamo da una tazzina di caffè espresso. Ma cosa significa “analisi del percepito”? Vuol dire che occorre valutare quello che arriva a livello di cognizione e di emozione alle persone che bevono, in questo caso, la nera bevanda. Con l’analisi sensoriale valutiamo ciò che percepiamo e per farlo abbiamo bisogno dei nostri cinque sensi, immancabile, tra questi, l’olfatto. Ma cos’è nel dettaglio l’analisi olfattiva? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Specialty coffee è un termine che indica la qualità di caffè più alta disponibile, tipicamente relativa all'intera filiera, utilizzando caffè monorigine. Il termine fu usato per la prima volta nel 1974 da Erna Knutsen in un numero del Tea & Coffee Trade Journal. Knutsen ha utilizzato il caffè speciale per descrivere i chicchi dal sapore migliore prodotti in microclimi speciali.