Inizialmente vennero ideate le tre figure base: foglia, cuore e mela. Ad oggi tuttavia, sono molteplici le figure ideate e catalogate. Non basta però solo la tecnica per un perfetto cappuccino, vi è bisogno anche del giusto latte.
La prima regola aurea delle 5 “L” del cappuccino è proprio latte! Deve essere sempre fresco e freddo (4°C). Mai a temperatura ambiente! È consigliato l’utilizzo del latte intero poiché ricco di proteine e grassi utili per le fasi di montatura. È assai sconsigliato l’uso del latte a lunga conservazione.
Sono variegati i motivi per scegliere di non utilizzare il latte vaccino per realizzare un perfetto cappuccino all’italiana. Le alternative possono essere: il latte di mandorla, il latte di kamut, il latte di soia e il latte di capra. Il latte d’avena, anche, è ottimale per la realizzazione di un buon cappuccino.
Il latte di riso è assai sconsigliato per essere montato poiché ha una consistenza meno densa oltre che una bassissima percentuale di grassi. Qualora si volesse utilizzare, lascia un gradevole gusto nel caffè macchiato.
Per la preparazione del perfetto cappuccino no! La sua schiuma non resiste a lungo tuttavia è l’ideale per un latte macchiato freddo!
Come già affermato sopra, il latte ideale, oltre a quello vaccino, per realizzare un cappuccino denso e cremoso e con la giusta schiuma è quello di soia. La sua consistenza è molto corposa simile a quello di origine animale. Unica pecca? La schiuma ha una bassa resistenza e quindi tende a separarsi facilmente.
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L’analisi sensoriale del caffè è l’analisi del percepito che abbiamo da una tazzina di caffè espresso. Ma cosa significa “analisi del percepito”? Vuol dire che occorre valutare quello che arriva a livello di cognizione e di emozione alle persone che bevono, in questo caso, la nera bevanda. Con l’analisi sensoriale valutiamo ciò che percepiamo e per farlo abbiamo bisogno dei nostri cinque sensi, immancabile, tra questi, l’olfatto. Ma cos’è nel dettaglio l’analisi olfattiva? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Specialty coffee è un termine che indica la qualità di caffè più alta disponibile, tipicamente relativa all'intera filiera, utilizzando caffè monorigine. Il termine fu usato per la prima volta nel 1974 da Erna Knutsen in un numero del Tea & Coffee Trade Journal. Knutsen ha utilizzato il caffè speciale per descrivere i chicchi dal sapore migliore prodotti in microclimi speciali.