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Caffè Decerato

Cos’è il caffè decerato? In che cosa differisce dal caffè decaffeinato? Scopriamo in questo articolo.

Rispondendo subito al primo quesito, il caffè decerato non è altro che un caffè al quale è stati eliminati tutto ciò che comprende gli elementi cerosi espressi come 5-idrossi-triptamidi (C-5-HT), comunemente chiamati serotonina.

Questo processo è essenziale per eliminare tutti quegli elementi che possono essere problematici a livello gastrico: quindi le cere.

Queste sono localizzate nella parte corticale del chicco, più nell’Arabica che nella specie Canephora (n.d. Robusta). Possono essere rimosse grazie all’utilizzo del Diclorometano, che elimina allo stesso tempo anche la caffeina.

Le cere presenti intorno al chicco di caffè risultano poco digeribili per i soggetti più sensibili perché queste diventano solubili attorno ai 65°C e quindi poco assimilabili in fase digestiva.

Come detto in precedenza per eliminare sotto i 250 p.p.m (limite previsto dalla normativa ex D.M. 22 giugno 1983) queste sostanze è possibile utilizzare un solo componente, il Diclorometano.

Ecco cosa stabilisce la normativa.

Secondo il ex D.M. 22 giugno 1983, per ottenere la dicitura decerato questo non non deve contenere più di 250 p.p.m. di prodotti cerosi (espressi come 5-idrossi-triptamidi) sul prodotto tostato; il residuo del diclorometano impiegato, non deve superare le 2 p.p.m.sul prodotto tostato;
l’umidità non deve superare nel caffè crudo il valore dell’11% del prodotto; il prodotto deve essere posto in commercio con la denominazione: “caffè decerato”.

Inoltre, sull’etichetta deve essere indicato il tenore di umidità e deve essere riportata la dicitura: ”contenuto in cere del prodotto non superiore al 30% di quello originario”.

— Fonte Demus

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